Recentemente, una campagna pubblicitaria ha destato notevole preoccupazione e ha sollevato un'ondata di indignazione in tutto il mondo. Utilizzando un confronto controverso, la campagna ha paragonato le donne che indossano l'hijab a lecca-lecca coperti, con lo slogan che un lecca-lecca coperto "non attira mosche".
Questa metafora, offensiva e degradante, non solo oggettifica le donne ma implica anche che la responsabilità della moralità e del comportamento sessuale debba ricadere interamente su di loro, anziché promuovere una cultura di rispetto reciproco tra i sessi.
È assolutamente scandaloso che, nel XXI secolo, ci siano ancora chi pensa di poter decidere come una donna debba vestirsi e comportarsi, soprattutto utilizzando similitudini che le riducono a semplici oggetti. L'implicazione che le donne debbano coprirsi per evitare attenzioni indesiderate perpetua una logica arcaica e pericolosa, che non solo giustifica ma incentiva la colpevolizzazione delle vittime di molestie e aggressioni sessuali.
L'imposizione di un codice di abbigliamento specifico, come suggerito da questa campagna, rappresenta una grave limitazione alla libertà personale e va contro i principi fondamentali dei diritti umani. Sostenere che l'abbigliamento possa in qualche modo proteggere le donne dalle molestie è una falsità che ignora la realtà: le molestie possono verificarsi a prescindere da come una persona è vestita e sono sempre inaccettabili.
Inoltre, questa campagna polarizzante rischia di complicare ulteriormente il dibattito sull'hijab, polarizzando le opinioni e potenzialmente alienando coloro che percepiscono l'hijab non come una scelta personale, ma come un obbligo imposto. È essenziale che si promuova un dialogo aperto e rispettoso sui diritti delle donne e sulla libertà individuale. La decisione di indossare l'hijab deve essere una scelta personale, rispettata e protetta, non una costrizione veicolata attraverso campagne pubblicitarie offensive e degradanti.
Come comunità globale, dobbiamo lavorare insieme per garantire il rispetto delle scelte personali e promuovere l'uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della società. È nostro dovere morale combattere contro queste narrazioni tossiche e supportare iniziative che promuovono la dignità, l'autonomia e i diritti di tutte le donne, ovunque si trovino.
La lotta per i diritti delle donne è una lotta globale che richiede la nostra attenzione costante e il nostro impegno incessante. Solo attraverso la comprensione, l'educazione e il dialogo possiamo sperare di costruire un mondo in cui ogni individuo sia libero di fare le proprie scelte senza paura di giudizio o repressione.
È tempo di alzarci e parlare contro queste ingiustizie.
Orazio Lacenere Maggio 2024
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