Non Mi Rompere la RAL: Perché è Ora di Parlare Apertamente di Salari
In Italia, come in molti altri paesi, la questione salariale rimane un tabù nelle prime fasi del processo di reclutamento. Il concetto di Retribuzione Annua Lorda (RAL), ovvero l'ammontare totale del salario che un dipendente percepisce su base annua prima delle deduzioni fiscali e contributive, è spesso omesso nei bandi di lavoro. Questo silenzio iniziale può portare a una serie di complicazioni, sia per i datori di lavoro che per i potenziali candidati. I candidati spesso perdono tempo prezioso partecipando a infinite selezioni, che quasi sempre si concludono con la proposta di uno stipendio deludente. Ma perché accade questo e cosa si può fare per cambiare questa prassi?
Molti datori di lavoro scelgono di non divulgare la RAL per mantenere una certa flessibilità nelle trattative. Su linkedin il 98% degli annunci di lavoro non menziona una RAL minima omassima che sia, però la richiesta di competenze dettagliata non viene mai trascurata, soprattutto quando si propongono stage, dove al candidato viene richiesta "l'esperienza".
Come nelle vendite di padelle, dove si guarda in faccia il pollo prima di sentenziare un prezzo invece che un altro, questo approccio è spesso giustificato con la necessità di valutare le competenze e l'esperienza individuali prima di proporre una cifra. Questo può anche essere visto anche come una tattica per attirare un maggior numero di candidati, indipendentemente dal budget reale dell'azienda per quella posizione.
La mancanza di trasparenza può allungare i tempi di assunzione, poiché i candidati potrebbero ritirarsi dal processo una volta che le loro aspettative salariali si scontrano con l'offerta. Inoltre, questa prassi può alimentare disparità salariali, soprattutto verso quei candidati meno inclini a negoziare duramente. Ma soprattuto si cela una vergogna delle aziende a dichiarare un salario da fame a persone skillate.
È innegabile che la trasparenza salariale possa portare benefici significativi. I candidati possono filtrare le opportunità basandosi su criteri realistici, riducendo così il tempo e le risorse spese in colloqui non fruttuosi. Per i datori di lavoro, pubblicare la RAL può aumentare la qualità delle candidature, attirando professionisti che sanno che la loro esperienza e le loro competenze sono adeguatamente valutate e retribuite.
C'è un crescente movimento che promuove maggiore apertura riguardo agli aspetti economici del lavoro. In alcuni paesi, si stanno facendo passi avanti attraverso leggi che promuovono o addirittura obbligano la trasparenza salariale. In Italia, un cambiamento di questo tipo potrebbe non solo migliorare il processo di assunzione ma anche contribuire a una cultura del lavoro più equa e trasparente.
"Non mi rompere la RAL" non è solo un appello per una maggiore apertura durante le trattative di lavoro, ma anche un invito a considerare i benefici a lungo termine che la trasparenza può portare. È tempo che le aziende rivedano le loro politiche e considerino i vantaggi di una maggiore chiarezza fin dall'inizio del processo di assunzione. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, la trasparenza non è solo una questione di etica, ma una strategia vincente per attrarre i migliori talenti.
Orazio Lacenere Maggio 2024
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